Per la ricorrenza di quest’anno, Sacerdotesse di Avalon ci ha chiesto di
parlare di noi stessi, di parlare di come siamo streghe, del nostro rapporto
con la nostra vita e la nostra spiritualità, di paragonarla, in un certo senso,
all’essere strega di un tempo.
Ci proverò, spero che potrà essere interessante ma soprattutto chiaro.
Non sono diventata strega dall’oggi al domani, c’era qualcosa dentro di me
celato, che aspettava di venir scoperto, venir portato alla luce. C’era
qualcosa che mi mancava, qualcosa che non riuscivo a capire ma che avrei dovuto
invece, che avrei dovuto scoprire.
Mi definisco strega da Mabon 2009, data che segnala per me una sorta di
autoconsacrazione, ma la scoperta di questa mia spiritualità è venuta ben
prima. E’ stato come rendermi conto di una cosa scontatissima, come quando sai
che una cosa c’è ma semplicemente non l’hai mai vista e quando finalmente la
vedi capisci tutto, capisci cos’era che fino ad allora cercavi, o meglio,
aspettavi.
Ho avuto degli alti e bassi, ho avuto momenti in cui la mia spiritualità
vacillava, non ero sicura, ma non del paganesimo, non ero sicura di me stessa.
Nonostante questi momenti, comunque, sono andata avanti ed ora sono veramente
felice della scelta fatta, del sentiero che ho deciso di intraprendere.
Sono un lupo solitario, nonostante mi piaccia scambia idee e conoscenze con
altre persone a me vicine, sono fondamentalmente una solitaria e mi piace che
sia così, perché posso gestirmi la mia spiritualità nel modo più giusto per me,
con i miei tempi ed i miei modi.
L’unica cosa che mi piace fare, di non solitario, è la condivisione, la
partecipazione a progetti che possano portare avanti il messaggio pagano, farci
conoscere, far capire agli altri a chi è “esterno” chi siamo e cosa facciamo. E’
molto importante per me questo, e non so nemmeno dire bene perché lo sia, forse
perché io ho ammirato tanto chi lo faceva già da prima di me e penso che sia
una cosa importante e che sia un impegno che posso prendermi nei confronti
della mia religione che purtroppo è ancora troppo poco conosciuta.
Ma parliamo di come vivo io la mia religione, di come vivo
il fatto di essere una strega. Per me è una cosa naturale, è una cosa normale,
così come sono una donna, una figlia, una sorella, io sono anche una strega.
Sono orgogliosa di esserlo e sono fiera che il destino mi abbia portato a
questa scoperta perché non riuscirei nemmeno ad immaginare la mia vita senza
questa parte che occupa tutte le mie giornate. Ci sono cose che vivo e che
conosco che non riesco ad immaginare di farne a meno, il mio rapporto con la
natura, rapporto profondo, con strumenti naturali come le pietre, le erbe.. Sono
tutte nozioni che ho appreso grazie al mio essere strega, ma in fondo,
probabilmente, anche senza la realizzazione di ciò che sono, io le avrei
apprese comunque, perché sono già parte di me.
Penso di essere fortunata di essere nata qui ed ora, perché comunque
posso sviluppare tranquillamente la mia personalità senza nascondermi da
nessuno, senza venir giudicata dalle persone che mi circondano, sono libera di
essere strega!
Deve essere stato terribile per coloro che invece erano
obbligate a nascondersi, a negare, non potevano vivere.
Io ringrazio ogni giorno per quello che sono, per quello che
so, per quello che posso, per le possibilità che ho, per poter imparare di più,
ringrazio di avere i mezzi per conoscere ciò che desidero.. è bello, è
gratificante, mi rende orgogliosa e fiera di me stessa.
A conti fatti, forse l’essere strega è la parte che mi
riesce meglio, è la parte di me che coltivo di più e che mi da più risultati,
forse anche perché è la parte più vera di me.
" Viveva, nella Francia del 1400 , una giovane donna che studiava le
proprietà delle erbe, si cimentava nella preparazione di unguenti, tisane e
sacchetti di protezione.
Era una persona estremamente buona, che prestava aiuto a chiunque glielo
chiedesse, senza pretendere nulla in cambio.
Viveva nella campagna, ma chiunque in paese la conosceva, la chiamavano la
Guaritrice ed il popolo si fidava molto più dei suoi medicamenti rispetto a
quelli di colui che si faceva chiamare il Medico.
I medicamenti della Guaritrice erano naturali, le persone si sentivano
subito meglio dopo essere stati da lei, non ti debilitavano le sue cure, anzi,
ti rinvigorivano.
Era molto colta per essere una giovane donna di quel tempo, ma la
conoscenza per lei era tutto, così studiava più che poteva, la nonna le aveva
insegnato a leggere e scrivere.
Purtroppo quelli non erano tempi felici per donne intraprendenti come lei,
così cominciarono ad additarla come Strega.
Nel giro di pochissimo tempo le persone non andavano più a chiederle aiuto
e consiglio, la evitavano, la schernivano ed ella rimase totalmente sola.
Ma il peggio doveva ancora avvenire, gli uomini di chiesa decisero che
ella era un pericolo per la comunità, perché tutto quel sapere non poteva
averlo appreso in maniera autonoma, una donna non avrebbe dovuto saper ne
leggere ne scrivere, doveva solo servire un marito.. e lei un marito non ce l’aveva.
Cominciarono a perseguitarla, a spaventarla fino a quando, un giorno, non
la catturarono, le bruciarono la casa, le erbe, tutto ciò che lei aveva, tutto
ciò che le era caro.
Instaurarono un finto processo, finto, certo, perché la sua sorte era già
stata stabilita.
Strega, serva del demonio, così venne definita e la condanna venne
stabilita: al rogo.
La giovane Guaritrice aveva paura ma in cuor suo non si ribellò, capiva
che era inutile ed ella si affidò solo alle sue divinità che nella Terra
vivevano, sapeva che l’avrebbero protetta.
Il rogo venne allestito ed ella venne bruciata all’alba del primo giorno
di primavera.
Le sue ceneri si sparsero col vento, vennero portate lontano…
Ma le divinità della Terra sapevano quanto lei fosse buona, così le
donarono una nuova vita, una vita dove ella potesse far valere le sue doti da
Guaritrice, dove nessuno l’avrebbe additata ma sarebbe stata libera di
professare il proprio culto e le proprie doti.
Rinaque ai giorni nostri, studiò molto, face pratica ed esperienza e
divenne una delle più importanti donne di medicina che esistano.
Venne finalmente ripagata dei torti ingiustamenti subiti, venne ripagate
delle umiliazioni, della paura.
Si pensa che tutte le donne buone che vissero in un epoca sbagliata
vennero poi rimandate sulla Terra in un tempo migliore, libere così di
professare la propria religione in libertà. "
Nessun commento:
Posta un commento