La reincarnazione è sempre stata parte della mia vita, non
credevo nell’aldilà e non credevo che esistesse una sola vita per gli esseri
viventi.
La prima volta che ho affrontato l’argomento reincarnazione,
ero alle scuole medie.
La mia migliore amica è buddista ed anche il loro credo
prevede la reincarnazione, così ricordo che me ne parlò.
Mi era sembrata la cosa più logica per spiegare cosa vi fosse
dopo la morte. Ho sempre associato la vita umana, animale, vegetale a tutto il
resto che sulla Terra vive, osservavo le stagioni e non mi sembrò quindi così
strano che anche per gli uomini esistesse la reincarnazione.
E’ stata una notizia che più che apprendere ho semplicemente
capito e accettato.
D’altronde, questo argomento è piuttosto complesso, vi sono
diverse cose che sembrano non coincidere con il concetto che tutte le anime,
una volta lasciato il corpo fisico, si reincarnano in un successivo corpo.
Vi sono anime che rimangono sulla terra, vi sono anime che
comunicano con noi.. come è possibile che questo avvenga se queste si
reincarnano in altri corpi?
Ciò che penso io forse non è propriamente “originale”, ma è
la spiegazione per me più plausibile, che ho coltivato nel tempo per
motivazioni legate ad esperienza e studio.
Parlerò, comunque, della reincarnazione negli esseri umani, perché
penso che per quanto riguarda animali e vegetali possa essere diverso.
Quando una persona muore, l’anima lascia il corpo (anima,
spirito, vi sono diversi modi per definirlo..) e probabilmente si reca in un
posto dove “fermarsi” per qualche tempo, per capire cosa ha appreso in questa
vita appena finita, per capire gli sbagli commessi, accettarli e rendersi
consapevole di cosa fare per migliorare, ma non solo, penso che (e so che
questo sembrerà molto una cosa cinematografica) vi siano anime di persone che
debbano ancora giocare una loro parte con le persone rimaste sulla terra,
comunicazioni da trasmettere, messaggi da lasciare, situazioni da capire e fino
a che tutto questo non si sarà risolto, l’anima non potrà reincarnarsi.
Questo mio pensiero deriva dal fatto che le anime rimangono “vaganti”
sulla terra, è un dato di fatto, perché a volte possiamo entrare in contatto
con loro, ci parlano, attraverso strumenti divinatori o altro.
Mi è capitato di poter comunicare con persone defunte, mie
parente, ma non è stato casuale, questa persona mi doveva lasciar detto
qualcosa, qualcosa di molto importante che doveva essere trasmesso per poter
chiarire situazioni rimaste in sospeso. Dopo questo contatto, dopo la “trasmissione”
di questo messaggio, non l’ho più sentita.
Nonostante io segua la tradizione nordica e nonostante in
essa esistano luoghi, dove le anime dei defunti vengono accompagnate (in base
al modo in cui essi sono morti), come il Vallhala, il regno di Hel, il regno di
Ran.. penso che comunque le anime debbano compiere questo viaggio, questo
continuo reincarnarsi fino a che non raggiungono la completezza.
Vi sono quindi e inoltre, anche altre anime che non si
reincarnano (più), quelle anime che sono complete e perfette.
La reincarnazione delle anime ha lo scopo di portare queste
alla completezza, ad una sorta di perfezione.
Una volta che queste raggiungono lo scopo, non si
reincarnano più, si “fermano”. Ma non spariscono, diventano spiriti guida.
Secondo sempre il mio parere personale, gli spiriti guida
sono questi, sono anime ormai perfette e complete, che hanno terminato il loro
cammino attraverso diverse reincarnazione e possono fare da guida a coloro i
quali invece viaggiano ancora sulla terra.
Tutti quegli spiriti protettori, mi vengono in mente le
Disir, ad esempio, spiriti femminili dei nostri antenati, per me sono questo,
anime che hanno finito di reincarnarsi e possono ora svolgere un lavoro ben più
importante ed anche impegnativo.
E’ l’obiettivo di ogni anima, di ogni spirito, quello di
diventare talmente grande da fare da guida e protettore agli altri, che ancora
devono crescere.
Questo è ciò che io penso sulla reincarnazione, inoltre
penso che nulla avvenga per caso, se una persona muore, per così dire
ingiustamente, probabilmente questa persona (anzi, spirito), aveva una lezione
da imparare.
E’ difficile accettare la morte, lo è per tutti, quando
muore una persona a noi vicina è terribile, ci sentiamo persi perché non
possiamo più vedere e stare con questa persona. Dobbiamo però pensare che
questa persona, il suo spirito, continuerà ad esistere, avrà anzi l’opportunità
di vivere un’ altra vita, di imparare altre lezioni ed accrescersi in questo
modo.
La mia morte non mi fa paura, ad oggi posso affermare
questo, fa parte del ciclo naturale della vita, mi fa più paura la morte degli
altri.. la morte dei miei famigliari, amici, cari.. la loro mi fa paura
semplicemente per il fatto che ho paura di non poterli vedere mai più.
Ma in fondo penso che se due anime sono strettamente legate,
potrebbero anche reincontrarsi nuovamente durante un’altra vita.
La morte è un argomento complesso, è diventato un taboo
nella società moderna, le persone hanno paura di invecchiare, di morire, non
vorrebbero mai smettere di esistere e di essere giovani e belli, non accettano
il normale corso della vita, invece dovrebbero imparare a vivere in totale
armonie con la natura e con i suoi cicli, che sono anche i nostri.
Ovviamente però non è semplice, siamo esseri mortali e per
questo siamo fragili, emotivamente e fisicamente, anche per me che credo in
questa spiritualità, in questi concetti, non è facile accettare la morte,
figuriamoci per coloro i quali non credono a nulla.
E con questo termino l’ultimo (sigh..) Tell the Owl,
arrivederci al Gufo! Non voglio dirgli addio, perché mai
dire mai, potremmo sempre ritrovarci, un giorno.
Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo
progetto e a tutti coloro che hanno partecipato!
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